Le sette onde del cambiamento
Capire il futuro per restare protagonisti
Lo scorso 13 novembre, Fondounimpresa – in collaborazione con la Città dei Mestieri della Svizzera italiana – ha proposto un webinar dal titolo The End: le sette onde del cambiamento, ispirato al volume di Fernando G. Alberti e Federica Belfanti Le sette discontinuità competitive che cambiano per sempre le organizzazioni (FrancoAngeli, 2023).
L’incontro ha offerto a chi ha partecipato una riflessione essenziale: il mondo dell’impresa sta cambiando, e chi vuole restare protagonista deve prima di tutto comprenderne le logiche profonde. Non si tratta di mode o tendenze temporanee, ma di discontinuità strutturali, vere e proprie onde che stanno riscrivendo i modelli economici, organizzativi e culturali del nostro tempo.
Per oltre un secolo, l’economia industriale si è basata su alcuni assunti semplici: standardizzazione, produzione di massa, crescita lineare, proprietà dei beni, centralità del profitto e competizione diretta. Oggi, però, questi pilastri stanno crollando uno dopo l’altro. Alberti e Belfanti propongono una chiave di lettura potente e accessibile: le «sette onde di discontinuità», che descrivono le grandi fratture ma anche le notevoli opportunità di questo nuovo paradigma economico e sociale:
1. The End of Average: la fine della media
Non esiste più il «cliente medio», il «dipendente medio», il «consumatore tipo». L’era della standardizzazione lascia il posto all’epoca della personalizzazione. Grazie ai dati e alla tecnologia, ogni individuo può essere servito in modo unico: prodotti su misura, esperienze personalizzate, comunicazione diretta. Il valore si sposta dalla quantità alla differenza.
2. The End of Doing: la fine del fare
Il valore non nasce più solo dal «fare», ma dal far accadere. Automazione, intelligenza artificiale e sistemi autonomi permettono di delegare attività ripetitive, liberando tempo e risorse per la creatività, la relazione e il pensiero strategico. Non vince chi lavora di più, ma chi lavora meglio e integra uomo e tecnologia in modo intelligente.
3. The End of Reality: la fine della realtà (come la conoscevamo)
La distinzione tra mondo fisico e digitale è ormai superata: viviamo in una realtà aumentata, dove esperienze «phygital» (fisiche e digitali) s’intrecciano ogni giorno. Dallo shopping online al turismo immersivo, dalla formazione alla comunicazione, il valore nasce nell’esperienza continua tra i due mondi. Il confine tra reale e virtuale non esiste più.
4. The End of Abundance: la fine dell’abbondanza
L’idea di risorse infinite appartiene al passato. Siamo entrati in una nuova era di scarsità consapevole, dove efficienza, sostenibilità e rigenerazione diventano strategia e non solo etica. Le imprese che imparano a «fare di più con meno» – ottimizzando energia, materiali e tempo – saranno anche quelle più competitive e resilienti. La sobrietà intelligente è la nuova forma di prosperità.
5. The End of Profit-First: la fine del profitto come unico scopo
Il profitto rimane essenziale, ma non basta più. Cresce l’attenzione verso lo scopo (purpose) e l’impatto sociale e ambientale delle imprese. Le organizzazioni di successo sono quelle che generano valore economico e valore umano, integrando sostenibilità e benessere nel loro DNA. Il guadagno è la conseguenza, non il fine.
6. The End of Isolation: la fine dell’isolamento
Nell’economia della complessità, nessuno vince singolarmente. Le imprese di oggi prosperano dentro ecosistemi di collaborazione, reti territoriali e filiere interconnesse. Condividere conoscenze, risorse e obiettivi non è più un’opzione ma una condizione per sopravvivere. La competizione lascia spazio alla cooperazione intelligente.
7. The End of Ownership: la fine della proprietà
La proprietà cede il passo all’accesso. Non si paga più per possedere, ma per usare: noleggio, abbonamento, piattaforme condivise. È l’era dell’economia dell’esperienza e della flessibilità, dove il valore non è nell’avere, ma nel poter accedere quando serve. Libertà e condivisione sostituiscono possesso e accumulo.
Per chi è titolare di microimpresa, comprendere queste sette onde significa acquisire una nuova consapevolezza strategica: il cambiamento non è più qualcosa che «arriva da fuori», ma un processo che possiamo gestire, interpretare e cavalcare. Come ricordano Alberti e Belfanti, «le discontinuità non vanno temute, ma comprese. Solo chi sa leggere il cambiamento può costruire il futuro».