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Imprenditorialità e disoccupazione

Cosa sapere nel 2025

Cosa accade quando chi è titolare d’impresa si ritrova in difficoltà economica? In quali casi è possibile beneficiare dell’assicurazione contro la disoccupazione (AD)? A oggi, molti piccoli imprenditori e titolari di Sagl o SA si pongono queste domande, soprattutto in un contesto economico instabile come quello attuale.

Chi esercita un’attività tramite ditta individuale non è soggetto all’AD e non ha quindi diritto all’indennità. Diversa è la situazione per chi è a capo di una Sagl o di una SA: molti imprenditori scelgono di percepire uno stipendio proprio per rientrare nel regime assicurativo previsto per i lavoratori dipendenti. Una scelta comprensibile, che consente loro – almeno in teoria – di accedere alla copertura in caso di perdita del lavoro.

La normativa in materia presenta tuttavia alcune complessità. L’AD, infatti, si basa sull’esistenza di un chiaro rapporto di subordinazione tra datore di lavoro e dipendente. Questo rapporto si complica quando la stessa persona ricopre entrambi i ruoli, ovvero è al contempo dirigente e percepisce un salario. In questi casi, se chi è titolare d’impresa perde il proprio impiego ma mantiene una posizione di controllo nella società (per esempio come amministratore o socio) non può accedere alle indennità di disoccupazione, a meno che non abbandoni definitivamente ogni funzione influente all’interno dell’impresa.

Secondo Thierry Rossier, consulente esperto in previdenza sociale presso Delegis, la condizione necessaria per accedere alle prestazioni dell’AD è che il richiedente non possa più influenzare in alcun modo le decisioni aziendali. Questo avviene, tra l’altro, nei casi di fallimento, liquidazione, vendita o uscita totale dalla società. La prova più forte è la cancellazione dal registro di commercio e la rinuncia a ogni funzione decisionale. 

L’AD analizza pertanto con attenzione se chi è richiedente conserva un’influenza significativa nell’impresa, per esempio attraverso la maggioranza dei voti o tramite relazioni economiche dirette o indirette. Tentare di mascherare tale influenza comporta il rischio di dover restituire tutte le prestazioni percepite indebitamente. 

I lavoratori indipendenti: attenzione ai tempi 

Chi ha avviato un’attività indipendente (senza Sagl o SA) non versa contributi all’AD e, di conseguenza, non ha diritto alle indennità. Esiste però un’eccezione: se l’attività indipendente è iniziata da meno di tre anni e chi mostra interesse può dimostrare almeno dodici mesi di contributi precedenti come salariato, è possibile mantenere il diritto all’indennità di disoccupazione. 

In questi casi, il termine quadro di due anni si estende di un periodo pari alla durata dell’attività indipendente (fino a un massimo di quattro anni). Secondo Rossier, entro il terzo anno di attività è fondamentale decidere se proseguire come indipendenti o interrompere, per non perdere definitivamente il diritto alle prestazioni dell’AD. 

Pierre-Yves Carnal, esperto attivo nei cantoni di Berna e Giura, sottolinea che l’assicurazione valuta anche l’impegno in termini di tempo e risorse investiti nell’attività autonoma. Se l’attività viene considerata troppo assorbente, l’idoneità al collocamento può essere messa in discussione. Sono considerati collocabili solo coloro che sono realmente disponibili per il mercato del lavoro. La presenza di un sito web attivo, di clientela ancora in essere o di obblighi non conclusi può compromettere questa valutazione. 

Strategie consigliate 

Per evitare problemi, molti consigliano di mantenere, almeno all’inizio, un impiego part-time in parallelo all’attività indipendente. Inoltre, i redditi ottenuti da quest’ultima possono essere considerati guadagni intermedi, con il vantaggio di consumare più lentamente le indennità disponibili e potenzialmente percepire un reddito complessivo più elevato. 

Molti neo-imprenditori e neo-imprenditrici, attratti dalla protezione offerta dalla forma giuridica, fondano direttamente una Sagl. Tuttavia, Rossier invita a riflettere: per certe tipologie di attività, iniziare come lavoratore indipendente può risultare più vantaggioso, grazie a costi inferiori, maggiore flessibilità contributiva e potenziali benefici previdenziali e fiscali. La transizione verso una Sagl può sempre avvenire in un secondo momento, quando l’attività sarà più consolidata. 

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